Assemblea ordinaria, Ancona, 4 aprile 1998
Relazione del Presidente

1 Le origini

L’Associazione "Alessandro Bartola" è stata fondata ad Ancona il 17 ottobre 1995. Sono passati due anni e mezzo da quella data, l’Associazione è cresciuta e si è consolidata, ed è tempo di proporci assieme un bilancio dell’esperienza compiuta. Prima di tutto permettetemi però di ricordare le origini dell’Associazione e le ragioni che ci hanno spinto a costituirla.

Da tempo, si era ancora negli anni Ottanta, nell’ambito del nucleo degli allora giovani ricercatori che negli anni Sessanta si erano raccolti nella scuola del prof. Giuseppe Orlando (Alessandro Bartola, Marco Bellardi, Gianfranco Trillini, Girolamo Valenza ed io), si discuteva sia pure in modo informale e in incontri occasionali, della opportunità di creare un luogo di aggregazione delle esperienze scientifiche e di ricerca nelle materie economiche e sociali interessanti (come recita lo Statuto dell’Associazione) "l’agricoltura e le sue interrelazioni con il sistema agro-alimentare, il territorio, l’ambiente e lo sviluppo delle comunità locali" che si ponesse l’obiettivo di "promuovere e realizzare studi, ricerche, attività scientifiche e culturali" al servizio delle realtà regionali ed in particolare di quella delle Marche.

Si pensava ad una soluzione che consentisse di ampliare le opportunità di studio e ricerca (in questo senso l’iniziativa si sarebbe dovuta collocare nell’ambito universitario), ma che avesse come fine anche quello di promuovere l’incontro delle tante componenti della società regionale marchigiana (singoli individui, associazioni, enti, imprese ecc.) interessate ad un progetto comune. In questo senso ci si poneva l’obiettivo di fornire stimoli culturali e una vasta gamma di servizi qualificati. Si trattava insomma di mantenere vivo, di aggiornare e di estendere un antico patrimonio di impegno civile e di ricerca. Questa proposta era stata in particolare avanzata da Gianfranco Trillini che aveva anche suggerito di intitolare l’Associazione che proponeva di costituire a Severino Straccia, un giovane ricercatore del primo nucleo di economisti agrari di Ancona, scomparso prematuramente negli anni Sessanta. Di questa proposta si discusse anche occasionalmente con il nucleo dei giuristi agrari di Macerata ma il progetto non fu mai compiutamente realizzato.

Successivamente, nei primi anni Novanta, fu realizzato il ciclo dei "Seminari verdi di economia e politica agraria". Si è trattato nel corso del tempo di quasi cinquanta appuntamenti scientifici tenutisi nell’ambito dell’Università ed aperti alla partecipazione esterna di funzionari pubblici, membri delle organizzazioni sociali e di categoria, singoli imprenditori. In quell’ambito sono stati ospitati nelle Marche esperti di altissima qualificazione. Ricordo tra tutti Sicco Mansholt: ex Commissario Cee all'agricoltura, Csaba Csaki: presidente della Associazione internazionale di economia agraria, Vito Saccomandi: Ministro dell'agricoltura, e poi illustri ricercatori italiani e stranieri di discipline economico-sociali attinenti all’agricoltura e all’agro-alimentare

La scomparsa di Sandro Bartola nel 1993, con tutto quello che ne è seguito, ha determinato una difficilissima congiuntura per quella che era stata la sua scuola, come sanno bene i tanti giovani che hanno vissuto in prima persona il vuoto creato da quella mancanza. E’ stato in quel periodo che, su nuove basi, quella vecchia idea ha ripreso slancio. L’iniziativa è stata questa volta di Aroldo Cascia. Della sua proposta abbiamo discusso a Macerata con Francesco Adornato. Il progetto ha incontrato subito non solo l’adesione dei vecchi amici della scuola di Orlando, memori di quelle discussioni, ma anche di Adriano Ciaffi, di Piero Petrelli e di Carlo Alberto Graziani. La decisione di dedicare l’Associazione a Sandro Bartola apparve non solo naturale, ma anche il miglior modo per assicurare al progetto un richiamo ai valori morali e culturali di un amico comune nei quali si riconoscevano le nostre stesse differenti storie ed esperienze di lavoro e di impegno civile.

Debbo dire subito che, se non fosse stato per l’autorevolezza e per l’incoraggiamento ricevuto dai soci fondatori, il progetto, date le circostanze, sarebbe stato di impossibile realizzazione. L’esperienza, d’altra parte, è oggi ancora ad uno stadio di così parziale compimento che il punto di non ritorno (quello dopo il quale la sfida che abbiamo accettato si possa giudicare vinta) è ancora molto lontano. Di questo occorre avere piena consapevolezza: i rischi di insuccesso sono ancora notevolissimi.

2 I risultati conseguiti

Una seconda condizione necessaria doveva comunque realizzarsi perché si potesse oggi presentare un bilancio positivo. Quella dell’impegno costante, generoso e qualitativamente molto elevato dei giovani laureati e ricercatori della scuola di Bartola. Desidero ricordare almeno i nomi dei soci ricercatori che hanno contribuito con propri lavori alle due pubblicazioni finora realizzate: Andrea Arzeni, Patrizia Bernacconi, Roberto Esposti, Roberto Giorgi, Stefano Lucconi, Francesca Severini, Angela Solustri, Stefania Sorci, Marco Tonnarelli (il quale ha anche svolto con diligenza e passione il compito di direttore). Ad essi si è aggiunto il lavoro di Lotta Andersson (assistente di ricerca preziosa e competente) e di diversi altri soci e non soci che nelle singole iniziative hanno prestato il proprio impegno.

E’ su questa base che, anche a nome del CD, presento con orgoglio i risultati finora conseguiti anche se bisogna rendersi conto del compito ancora pesante che attende il Consiglio Direttivo e gli altri organi che andremo ad eleggere.

Un riepilogo dell’attività svolta è dettagliatamente raccolto nel resoconto allegato: Le attività svolte dall’Associazione "Alessandro Bartola". Nel corso di un anno e mezzo, dato che la prima iniziativa è stata effettuata nel mese di ottobre del 1996, l’Associazione ha realizzato sette progetti costituiti da 15 appuntamenti pubblici (Convegni, Seminari) dai quali sono scaturiti, tra l’altro, due volumi successivamente pubblicati. Il primo di essi è stato autorevolmente e favorevolmente recensito a livello nazionale ed il secondo è frutto di uno dei più elevati e più variamente partecipati momenti della riflessione sul ruolo dell’agricoltura nelle Marche. Su quest’ultimo valgano per tutti gli autorevoli giudizi positivi dei vertici politici della Regione Marche e dell’Assessorato regionale all’agricoltura a conclusione dei lavori nei seminari.

Nel corso degli appuntamenti pubblici l’Associazione ha avuto la possibilità di ospitare nelle Marche autorevoli esponenti del mondo della ricerca e delle istituzioni pubbliche preposte alla politica agricola e dello sviluppo rurale, tra i quali ricordo solo i nomi di Allan Buckwell, professore all’Università di Londra, ex presidente dell'Associazione europea degli economisti agrari, di Mario Campli, vicepresidente del COGECA, di Fabrizio De Filippis, professore alla terza Università di Roma e coordinatore dell’Osservatorio INEA sulle politiche comunitarie, di Antonio Picchi, ex responsabile del servizio agricoltura della Regione Emilia-Romagna e presidente dell’Agenzia regionale per i servizi di sviluppo agricolo dell'Abruzzo.

3 L’apporto delle istituzioni

La possibilità di realizzare un programma così intenso è dovuta anche ad un altro fattore: la stretta relazione dell’Associazione con l’Università e la ricerca ed in particolare la collaborazione con il Dipartimento di Economia dell’Università di Ancona dove l’Associazione ha la sua sede e con il quale spesso sono state co-organizzate le iniziative esterne. Si tratta di una collaborazione piena e virtuosa che merita di essere ulteriormente estesa anche attraverso forme di collaborazione esplicite e formalizzate. Su questo stesso terreno non vanno poi dimenticate le collaborazioni fin qui realizzatesi con la Regione Marche, con la Provincia di Ancona, con l’Istituto Nazionale di Economia Agraria, con l’Università di Macerata e con enti e associazioni rappresentative dell’agricoltura regionale. Solo in questo modo si spiegano i positivi risultati contabili pur disponendo di entrate ancora molto contenute. Tutta l’attività svolta ha comportato un costo complessivo pari a circa 18 milioni, interamente coperti dalle entrate, tanto che è ancora interamente disponibile una somma pari al volume delle quote di adesione pagate finora dai soci.

4 La base associativa

Un altro indubbio successo è stata per l’Associazione l’adesione di nuovi soci. La raccolta di adesioni al di fuori dei fondatori e dei soci ricercatori direttamente impegnati nell’attività dell’Associazione è stata avviata nel corso dell’estate 1997 spedendo una lettera di invito ad un indirizzario molto selezionato di persone e di istituzioni, enti, organizzazioni professionali e sindacali. Le risposte, che ancora continuano a venire sono state qualificate e numerose. Oggi l’Associazione "Alessandro Bartola" conta 65 soci dei quali 51 sono persone singole e 14 istituzioni, imprese, enti. Tra questi ultimi sono presenti l’INEA, organizzazioni sindacali (Flai-Cgil), di categoria e cooperative (Apima, Cia, Confcooperative, Copagri), la Fondazione Bandini, l’Accademia georgica di Treia, l’ordine dei dottori agronomi della provincia di Ancona, imprese del settore agro-alimentare (Cooperlat, Terre Cortesi-Moncaro, Unioncoop Servizi, Valle del Chienti, Vinimar).

Tra i soci singoli si annoverano 18 docenti universitari (di questi 14 sono docenti di economia agraria non marchigiani), 19 dirigenti e funzionari pubblici, 15 giovani laureati con tesi e successive ricerche in economia agraria. Recentemente l’Associazione ha accolto tra i suoi soci la signora Vittoria Bartola. A Vittoria va un ringraziamento di tutti noi al quale consentitemi di aggiungere un mio personale segno di riconoscenza.

5 I progetti per il futuro

Le radici dell’Associazione sono dunque ben fondate sia dal punto di vista delle sue origini che dell’attività finora svolta. Ciò nonostante non è semplice delineare un programma per il futuro: sia perché le basi sulle quali l’Associazione Bartola si appoggia sono ancora troppo fragili, sia perché le iniziative da assumere dovranno essere definite in rapporto agli scenari che via via si apriranno a livello europeo, nazionale e regionale. Il quadro che qui mi propongo di presentare è allora soltanto indicativo nel senso che è compito dell’Assemblea dare valutazioni e suggerimenti e sarà poi in particolare il Consiglio direttivo che eleggeremo a predisporre un programma analitico di attività. Le iniziative che seguono sono quindi soltanto delle proposte che possono comunque dirsi sufficientemente definite.

Convegni e seminari

I progetti più consistenti ai quali stiamo lavorando per la realizzazione di appuntamenti esterni sono due entrambi da realizzare di massima dopo l’estate e prima della fine dell’anno.

Il primo riguarda il tema della cooperazione in agricoltura e nell’agro-alimentare. L’ipotesi è quella di ospitare esperti di livello internazionale e nazionale per un approfondimento sul ruolo e le forme della soluzione cooperativa nel settore e di presentare i risultati ottenuti in recenti ricerche svolte ad Ancona. Questa iniziativa intendiamo svilupparla cercando la collaborazione con le centrali cooperative e con la Regione Marche.

Il secondo si concentra sullo sviluppo rurale e sull’occupazione nelle aree rurali. Si tratta di un tema nel quale siamo impegnati all’interno di una ricerca finanziata dall’Unione Europea presso il Dipartimento di Economia . In quell’ambito sono stati messi a fuoco i casi delle Province di Pesaro e Macerata. In prima istanza si potrebbe pensare a due iniziative realizzate nelle due province in collaborazione con le istituzioni locali e con le organizzazioni sociali interessate, che già nel corso della ricerca hanno mostrato interesse e disponibilità. Con questo scopo sono state già contattate personalità esterne particolarmente impegnate sui temi dello sviluppo rurale che hanno dichiarato la propria disponibilità a partecipare.

Naturalmente, dati i compiti organizzativi che iniziative del genere comportano, già quelle elencate ci appaiono di notevole impegno. Sono comunque stati presi i primi contatti per realizzare altre iniziative nel prossimo anno sui temi della riforma della PAC e della storia della mezzadria. Saranno comunque ben accolte anche altre proposte che provenissero dai soci, specie quelle alle quali gli stessi soci si rendessero disponibili a partecipare attivamente.

Ricerche

La denominazione per esteso: Associazione "Alessandro Bartola" - Studi e ricerche di economia e di politica agraria richiama la vocazione dell’Associazione alla ricerca. Essa si pone il compito di promuovere la realizzazione e diffusione dei risultati scientifici nelle sedi (universitarie e non) con le quali si rapporta sul terreno della ricerca e nel cui ambito offre il proprio contributo. L’Associazione si pone anche il compito di rappresentare essa stessa una sede di ricerca innanzitutto per rispondere alle necessità di approfondimento scientifico dei propri associati e poi anche per rispondere nello stesso senso in particolare alle istituzioni pubbliche ed alle organizzazioni sociali.

L’attività su questo fronte è già cominciata. Alcune ricerche (ancora relativamente di piccole dimensioni in termini di impegno) sono state recentemente avviate, ma soprattutto l’Associazione ha preso l’iniziativa di presentare progetti di ricerca da svolgere nel quadro dei programmi di ricerca scientifica comunitari, nazionali e regionali.

Pubblicazioni

La collana di libri editi dall’Associazione a seguito delle proprie iniziative di approfondimento e ricerca conta già due volumi. Il nostro impegno è di mantenere la collana ad un alto livello scientifico e di collegarla alle iniziative esterne: gli appuntamenti sopra proposti daranno nuove opportunità di arricchire la serie. Questa collana comunque potrebbe arricchirsi anche di pubblicazioni dei risultati di ricerche avanzate svolte dai soci dell’Associazione: in quest’ambito è pronto un lavoro molto approfondito sul tema del progresso tecnico nell’agricoltura italiana.

Stiamo comunque pensando ad un’altra iniziativa, che potrebbe svolgersi in collaborazione con il Dipartimento di Economia: quella della pubblicazione di una serie di Quaderni di documentazione e ricerca sui temi dell’agricoltura e dell’agro-alimentare. Sarebbero già disponibili a questo fine due recenti ricerche inedite sui temi dei servizi per lo sviluppo e dell’agriturismo nelle Marche. La prima pubblicazione di questa serie potrebbe vedere la luce prima dell’estate. In questo lavoro pensiamo di coinvolgere a seconda delle specifiche competenze singoli soci per chiedere loro di svolgere il compito di revisori e di redattori.

Si potrebbe infine mettere in programma la pubblicazione in italiano di alcuni documenti chiave della politica agricola e di sviluppo rurale europea per i quali non è prevista una traduzione a cura dell’UE.

Sito Internet dell’Associazione

Un impegno particolare è stato dedicato nei mesi recenti alla messa a punto di un sito Internet dell’Associazione. Il progetto è attualmente in uno stadio di realizzazione soltanto parziale, anche perché le sue finalità sono particolarmente ambiziose:
- diventare veicolo per far conoscere l’Associazione al mondo dell’agricoltura e dell’agro-alimentare fornendo informazioni il più possibile originali, accurate e tempestive;
- costituire un luogo costante di riferimento per chi desidera raccogliere documentazione sulle ricerche in corso o realizzate, informazioni bibliografiche e statistiche;
- attivare il confronto sui temi più interessanti di attualità e di ricerca;
- rappresentare la sede per l’interscambio di informazioni tra l’Associazione e i suoi soci.

Naturalmente la realizzazione di un progetto del genere non può essere perseguita che coinvolgendo i soci nella realizzazione delle singole pagine in base alla specifica competenza. Il prototipo di sito WEB che contiamo di rendere visitabile da tutti entro breve e della cui operatività daremo ai soci tempestiva comunicazione, costituisce un primo contributo che stiamo realizzando al fine di mostrare le potenzialità e di raccogliere valutazioni, suggerimenti, impegni a contribuire al suo miglioramento.

Collaborazioni con altre istituzioni

Nel quadro delle attività dell’Associazione sono comprese anche iniziative in collaborazione con altre istituzioni non-profit e del volontariato. In questo ambito assume particolare importanza il progetto per la realizzazione di un Centro di documentazione e formazione permanente sui problemi dello sviluppo Nord-Sud, con particolare riferimento ai problemi della sotto-alimentazione e dell’agricoltura, predisposto in collaborazione con il Centro Volontari Marchigiani (CVM) con sede ad Ancona. Il compito dell’Associazione nel progetto è di curare l’organizzazione scientifica sia dell’attività didattica che dell’organizzazione del centro di documentazione. Il progetto di durata triennale, per il quale è stato chiesto un apposito finanziamento su una linea di bilancio specifica della Direzione Generale dello Sviluppo della Commissione Europea, ha già ottenuto il co-finanziamento dalla Regione Marche ed il sostegno della Provincia di Ancona, del Comune di Ancona e dell’Università degli Studi di Ancona. Le prospettive di un accoglimento del progetto da parte della Commissione Europea sono al momento molto buone.

Questo filone di iniziative, connesso ai temi più generali del ruolo dell’agricoltura nel sottosviluppo credo debba starci particolarmente a cuore. Gli obiettivi statutari sono in prevalenza concentrati sull’agricoltura europea, italiana e marchigiana, ma non comprenderemmo pienamente quelle problematiche, né coglieremmo per intero la lezione di Sandro Bartola se non li integrassimo ai problemi materiali e morali connessi al ruolo della società rurale in tutto il mondo. In questo senso credo siano stati qualificanti i cicli seminariali sul tema del sottosviluppo (organizzati con la Provincia di Ancona ed il CVM) ai quali abbiamo portato il nostro contributo nei due anni di attività dell’Associazione in prossimità del Natale.

Iniziative "spot"

L’Associazione si pone ovviamente anche il compito di seguire i problemi di attualità e di organizzare iniziative occasionali di approfondimento e informazione. Si considerino i temi di "Agenda 2000": questo è al momento un tema centrale del dibattito sulla riforma della PAC per il quale è opportuno fornire occasioni pubbliche, come già realizzato nel mese di dicembre scorso con i seminari De Filippis e Buckwell. Continueremo a seguire il tema. Una prima iniziativa potrebbe consistere nella presentazione e nell’analisi delle proposte dei regolamenti di attuazione pubblicate dalla Commissione il 18 marzo. L’iniziativa potrebbe essere organizzata subito dopo Pasqua. Stiamo comunque lavorando per portare il nostro contributo come Associazione "Bartola" ad una iniziativa sul tema di carattere nazionale.

Analoghe iniziative sono possibili su altri temi. Penso in particolare al contributo di analisi e proposta che potremmo portare sulle tematiche dell’analisi dello sviluppo della regione Marche e delle politiche adottate a livello regionale e nazionale. Il ruolo attivo dei soci è anche qui fondamentale

Altre attività

I progetti fin qui brevemente delineati esauriscono il quadro delle attività finora programmate o comunque istruite. Ciò non significa che l’Associazione non pensi di cimentarsi su altri terreni peraltro previsti dallo Statuto. Due in particolare appaiono importanti. Il primo riguarda l’attività formativa che va concepita in collaborazione con l’Università, con la scuola regionale, con i centri di formazione delle istituzioni pubbliche e private. Il secondo riguarda i contatti a livello internazionale, in particolare con i paesi dell’altra sponda dell’Adriatico, con i quali si tratta di riallacciare antichi vincoli di amicizia e di collaborazione.

Su questo terreno sono attese proposte e impegni da parte dei soci.

6 I problemi organizzativi

Un programma di attività quale quello ora delineato ha dei riflessi organizzativi particolarmente rilevanti.

Una questione credo vada affermata con forza: l’Associazione deve porsi l’obiettivo di fare leva sulla partecipazione e l’impegno volontario di tutti i soci, ciascuno per le sue competenze e disponibilità. Per perseguire questo obiettivo deve dotarsi di una struttura massimamente flessibile. Ma per mirare a questo obiettivo e per dare all’Associazione una prospettiva di lungo periodo, è necessario dotarsi di un nucleo organizzativo stabile e massimamente impegnato sia sul fronte della ricerca, che delle funzioni tecnico-organizzative. L’Associazione deve far leva sul lavoro volontario di tutti i suoi soci. Innanzitutto credo sia giusto che sia volontaria e in nessun modo remunerata (salvo gli eventuali rimborsi spesa) l’attività direttiva e gestionale dei soci impegnati negli organi statutari dell’Associazione a cominciare da quella del Presidente. Ma l’attività di ricerca e quella gestionale ed amministrativa debbono essere opportunamente remunerate secondo parametri riferiti ad analoghe funzioni in ambito universitario e di altre istituzioni di ricerca e definiti dal Consiglio Direttivo.

Finché l’Associazione era in una fase costitutiva, era rappresentata da pochi soci, e aveva obiettivi necessariamente contenuti, i problemi organizzativi sono stati risolti facendo appello alla buona volontà dei singoli e a rapporti occasionali. Ciò non ha impedito che sorgessero problemi connessi alla difficoltà a contattare i soci, a coinvolgerli nelle iniziative, a volte a riunire gli organismi. Trattandosi di una fase costituente, è stato possibile fare appello all’impegno di alcuni soci fondatori e ricercatori, che si sono spesi in uno sforzo straordinario. Ora però che l’Associazione è cresciuta e dispone di una base sociale più vasta, si rende necessario fare un salto di qualità. E’ stato in particolare per questi motivi che l’Assemblea ordinaria, che a norma di Statuto avrebbe dovuto tenersi entro il mese di gennaio è stata rinviata nel tempo. Il Consiglio direttivo ha infatti sentito la necessità di approfondire l’argomento, anche in concomitanza con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo sulle ONLUS.

Naturalmente le possibilità di dotarsi di una struttura meno precaria dipendono da tanti fattori: dall’allargamento della base sociale, dal sostegno esterno alle iniziative intraprese, dai risultati economici derivanti dall’attività di ricerca e dai servizi resi. Questo punto apre una serie di questioni delicate delle quali il Consiglio Direttivo uscente ha ampiamente discusso e che sono state affrontate anche con l’aiuto del commercialista e socio Ferdinando Franguelli che gentilmente e con competenza si è prestato ad aiutarci a risolvere i problemi.

  1. Come conciliare le finalità non di lucro dell’Associazione con l’esercizio di una attività economica nel campo della ricerca, dell’editoria ecc.? Fino a che punto le seconde vanno attivamente perseguite?
  2. Se l’attività di ricerca dell’Associazione, sia essa sostenuta o commissionata dall’esterno o progettata internamente, implicasse, come è possibile e io credo auspicabile, un impegno non episodico di ricercatori soci e non soci, come va tutelato e remunerato il lavoro prestato?
  3. L’Associazione può configurarsi, nel rispetto delle sue finalità statutarie, come una Organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS) ricevendo per se e per i propri soci e sostenitori i benefici fiscali e normativi previsti dai provvedimenti in materia?

Una prima risposta a questi quesiti sta innanzitutto nello Statuto:

art.2: "L'Associazione ha lo scopo di promuovere e realizzare studi, ricerche, attività scientifiche e culturali nel campo delle materie che interessano l'agricoltura e le sue interrelazioni con il sistema agro-alimentare, il territorio, l’ambiente e lo sviluppo delle comunità locali".

Art.3: "Per il raggiungimento dei suoi scopi l'Associazione adotta le forme di attività ritenute, nei diversi casi, più idonee, quali pubblicazioni, convegni, seminari, conferenze, mostre documentarie ed iconografiche, audiovisivi e quant'altro necessario, ivi compresa la stampa periodica di un bollettino e di collane editoriali. L'Associazione, pur escludendo le attività con finalità di lucro, può predisporre, nel quadro degli scopi statutari, servizi remunerabili, a favore di soggetti pubblici e privati. Può svolgere, in particolare, ricerche e studi, organizzare mostre, dibattiti e convegni, realizzare pubblicazioni, svolgere attività di formazione, fornire consulenze e pareri".

Una risposta tecnica è stata fornita dal commercialista i cui suggerimenti sono, tra l’altro, di:

Credo che sulla base di questi preziosi riferimenti il prossimo Consiglio Direttivo potrà trovare le opportune soluzioni nella sua collegialità.

Anche per quanto riguarda infine la questione del riconoscimento dell’Associazione come ONLUS sarà il prossimo Consiglio Direttivo che potrà affrontare la questione. In quest’ambito si dovrà verificare innanzitutto se i limiti imposti dalla normativa sulle ONLUS sono compatibili con gli obiettivi statutari e la natura dell’Associazione. In caso affermativo, comunque, ove ricorressero necessità tecniche di revisione di qualche dettaglio statutario si tratterà prima della scadenza del 30 giugno di procedere ad una eventuale assemblea straordinaria.

7 Una più ampia base operativa

Il quadro complessivo dei programmi e dei problemi dell’Associazione fin qui presentato è dunque a mio avviso positivo, nei limiti di un’esperienza che i soci fondatori hanno voluto avviare nella consapevolezza delle difficoltà. Spero che questo giudizio sia condiviso dall’Assemblea alla quale chiedo di fornire ulteriori elementi di valutazione e proposte per il perseguimento degli obiettivi statutari. Non debbono comunque sfuggirci alcuni seri limiti che l’attività del prossimo Consiglio Direttivo dovrà contribuire a superare.

Il più serio di essi è connesso al fatto che l’Associazione "Alessandro Bartola" si appoggia ancora sostanzialmente su un nucleo ristretto di ricercatori sostanzialmente concentrato attorno alla Facoltà di Economia di Ancona. Purtroppo, la limitata disponibilità nelle Marche di alcuni soci fondatori, in particolare di Francesco Adornato, chiamato a Roma ad elevate responsabilità connesse all’attività del governo dell’agricoltura, ha impedito che si realizzasse, come atteso, quella collaborazione tra discipline economiche e giuridiche, e tra le sedi universitarie di Ancona e di Macerata, che era nei programmi dei fondatori.

Non solo ora si tratta di trovare le forme perché quella collaborazione, magari in forme nuove, si realizzi e si consolidi, ma si tratta anche di estendere la presenza dell’Associazione "Bartola" nelle altre Facoltà e sedi universitarie della regione. Penso ovviamente innanzitutto alla Facoltà di Agraria di Ancona, ma poi anche alle Università di Urbino e Camerino dove l’Associazione Bartola è chiamata ad aggregare non solo cultori (come è ovvio) delle discipline più specificamente agricole, ma anche, nell’accezione estensiva dello sviluppo rurale di cui parla lo Statuto, cultori di scienze regionali, di discipline connesse alla gestione del territorio e dell’ambiente, di storia economica ecc.

Lo stesso obiettivo dell’allargamento della base sulla quale l’Associazione si appoggia dovrebbe guidare la sua azione in direzione di una più ampia rappresentanza dei soggetti e delle istituzioni interessati ai temi dell’agricoltura in campo regionale e nazionale. In particolare credo debba starci a cuore l’obiettivo di raccogliere intorno alle iniziative dell’Associazione gli imprenditori agricoli, i protagonisti diretti del mondo del lavoro e della produzione.

Su entrambi i due fronti ora considerati, non credo si tratti di operare forzature. L’Associazione ha oggi già una sua vasta base associativa ed un nucleo piccolo, ma di ottime qualità e motivazioni, di soci impegnati nella ricerca e nelle altre attività previste dallo Statuto. Si tratta di valorizzare al meglio questo patrimonio e di fare in modo che esso produca i risultati che ha dimostrato di poter perseguire. L’ampliamento ed il consolidamento dell’Associazione saranno il frutto dell’esempio che sapremo dare attraverso il lavoro e del livello qualitativo dei servizi che sapremo rendere ai soci ed alla società regionale e nazionale.

 

 Franco Sotte